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Punta Campanella … una meraviglia tra terra e mare …
Scritto da: Marianna Brancale - Paese: Sorrento
E’ la punta estrema della penisola sorrentina e fa parte del comune di Massa Lubrense , è una parte di territorio sovrastata dal monte San Costanzo facente parte della catena dei monti Lattari e ad est è delimitata dalla baia di Jeranto ed è separata dall’isola di Capri dalla bocca piccola. L’etimologia del nome è legata a due differenti teorie, la prima si fa risalire ai greci che edificarono sulla punta un tempio dedicato alla dea Athena, in epoca romana vi si praticava il culto della dea Minerva, nel 1335 Roberto D’Angiò fece costruire la torre Minerva come base per i soldati che facevano la guardia per avvistare eventuali attacchi saraceni, si narra che i soldati divulgavano l’imminente pericolo attraverso una campana collocata sulla torre; la seconda teoria narra che durante un’invasione saracena fu saccheggiata anche la chiesa di Sant’Antonino, protettore della città di Sorrento, e la flotta che trasportava la campana e gli altri oggetti trafugati dalla chiesa furono bloccati da una forza misteriosa, non potendo più salpare furono costretti ad alleggerire il carico buttando a mare il bottino e riuscirono a lasciare la punta della penisola solo quando si liberarono della campana, la leggenda dice che non appena la campana fu gettata a mare si alzò un forte vento che permise all’imbarcazione di prendere il largo e di raggiungere le altre navi; ancora oggi c’è chi sostiene che il 14 febbraio, festa del santo patrono, si sente suonare la campana sott’acqua. Dal 1997 Punta Campanella fa parte di una area marina protetta , l’istituzione riconosce il valore naturalistico, paesaggistico e storico del luogo e i suoi fini sono la tutela, la salvaguardia e la valorizzazione dell’area. Dal punto di vista archeologico l’area risulta essere un grande sito, infatti da fonti storiche sappiamo che una flotta di navi con a bordo Giulio Cesare naufragò contro Punta Campanella e molti navi affondarono; molti relitti sono stati ritrovati sotto i fondali e il continuo ritrovamento di anfore e altri oggetti appartenenti al passato ci incoraggiano a pensare che molto altro ancora vi è da scoprire e che il mare deve restituire ancora molto. Infatti sappiamo che la zona già dall’ VIII secolo era abitata da indigeni che si concentravano sulla costa specialmente per i traffici marittimi; verso la fine del V secolo molte zone della Campania caddero sotto il dominio degli Osco-Sanniti, una popolazione proveniente dai monti del Sannio , interessante è l’iscrizione in lingua osca trovata in zona databile al III-II secolo a.c.; dal IV secolo la zona subì la penetrazione romana, quest’ultima riuscì a dare un assetto a tutto il territorio con il miglioramento dei centri urbani e la costruzione di numerose ville tra cui la villa su Punta Campanella. Il luogo è stato identificato dagli studiosi come la zona in cui Omero ambientò il XII libro dell’odissea, infatti Ulisse passò per Punta Campanella, il luogo delle sirene, che con il loro canto melodioso richiamavano a se i naviganti, Ulisse, avvertito dalla maga Circe, scampò il pericolo di infrangersi contro le coste grazie ai tappi di cera che mise ai suoi compagni e lui si fece legare all’albero della nave, i canti amabili delle sirene non riuscirono a persuadere gli uomini e una volta superato il pericolo Ulisse e i suoi uomini continuarono il viaggio. Tra storia e leggenda nasce Punta Campanella che per noi risulta essere una magnifica realtà.