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Spostandoci più a Nord, tra Sorrento e Massa Lubrense, seguendo un percorso di curve che costeggiano il mare detto Capo di Sorrento, troviamo uno dei posti più suggestivi della costiera; questa area è conosciuta con il nome dei Bagni della Regina Giovanna, chiamata cosi dall’abitudine della regina di Napoli Giovanna D’Angiò di venire a fare i bagni proprio in questa zona, inoltre la leggenda narra che la regina prediligesse questo luogo anche per intrattenersi con i suoi amanti che poi venivano gettati a mare per non raccontare le loro avventure amorose. Il luogo costituisce un incontro perfetto tra bellezze naturali e resti archeologici; infatti sfruttando la sua ammirabile posizione, gode di spettacolari panorami, è una terra fertile e ricca di uliveti e agrumeti accarezzati dal sole che guardano direttamente verso il mare. Qui la natura tanto generosa, predomina in tutto il suo splendore ed è esaltata dalla presenza dei resti della villa di Pollio Felice, un ricco possidente di Pozzuoli che incantato dal luogo decise di costruirvi la sua residenza, anche se studi recenti identificano la sua villa a Capo di Massa e non sulla punta di Capo di Sorrento; stando alla sua tradizionale collocazione, quindi giù ai Bagni della Regina Giovanna, la costruzione,in base agli studi effettuati sul territorio e in particolare dal tipo di opus reticulatum, si fa risalire al I secolo d.C. ed era costituita da due unità, la domus collocata sulla sommità del promontorio a picco sul mare e la villa che invece sorgeva sulla punta direttamente a mare; il giardino, che si estendeva dalla domus alla villa, era ricco di terrazze panoramiche e sfoggiava una natura molto rigogliosa, l’intera area edificata copriva quasi trentamila metri quadrati di superficie. Nella villa, poi, sorgevano anche tre templi rispettivamente dedicati ad Ercole, Giunone e Nettuno. La bellezza dei luoghi ed in particolare della villa sono raccontate dal poeta Stazio nelle sue Silvae come nel “Surrentinum Pollii “(Silvae II, 2) e nell’ ”Hercules Surrentinus” (Silvae III, 1), il poeta scrive:”Qui me ne venni io, subito dopo le feste quinquennali di Napoli [...] sedotto dalla cortese insistenza di Pollio e dalla grazia giovanile della splendida Polla…”, il poeta soggiornò per lungo tempo in questi luoghi ed estasiato dalla sua bellezza ebbe modo di narrare le meraviglie naturalistiche del posto ed esaltare la magnifica costruzione eretta dall’amico Pollio. Anche se il luogo non è molto agibile, specialmente per scendere fin giù, per fortuna, altrimenti sarebbe preso d’assalto e si rischierebbe di rovinare quest’angolo di paradiso, costituisce un magnifico luogo estivo per i pochi temerari che hanno voglia di godersi una giornata in pieno sole e una magnifica escursione con un tuffo a mare e perché no … anche nel passato.